Porto Cervo Marzo 2023.A un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, l’Oligarchistan gallurese resta congelato. Il bel sole di primavera che inonda la Sardegna, annunciando la nuova stagione turistica, sottolinea ancora di più – voci dei manutentori a parte – il silenzio delle ville extralusso su cui fino al 24 febbraio di un anno fa sventolava virtualmente la bandiera russa. Vladimir Putin non sembra avere intenzione di mettere fine alla “operazione speciale” che devasta il cuore dell’Europa e il suo stesso paese. Gli oligarchi, i ricchissimi uomini di affari che al Cremlino e all’oscuro far west post sovietico devono le loro immense fortune, sono costretti a girare alla larga dall’Unione Europea. Che poco più di un anno fa li ha inseriti nella black list dei complici del presidente russo. I loro beni sono bloccati. Compresi quelli posseduti in Sardegna, soprattutto in Costa Smeralda e dintorni.
Nel regno del turismo di lusso creato da negli anni ’60 da Karim Aga Khan, i russi – oligarchi e non solo – negli ultimi decenni sono sbarcati in gran numero con investimenti milionari. A cominciare dal più noto e “integrato” di tutti, Alisher Usmanov, il magnate con passaporti russo e uzbeco cittadino onorario di Arzachena dal 2018.
Per proseguire con i vari Alexej Mordashov, Oleg Deripaska, Arkadj Rotenberg, Petr Aven, Mazepin padre e figlio, per dire di chi ha messo radici da queste parti. Senza dimenticare gli altri, da Roman Abramovic ad Andrey Melnichenko, che davanti all’hotel Cala di Volpe e alla baia di Liscia Ruja sfoggiano ogni estate barche dai 300 milioni di euro in su. Tutta gente che alberga nelle classifiche dei primi 100-200 ricchi del pianeta con patrimoni personali stimati tra i tre e i venti miliardi di dollari. Tutta gente che anche quest’anno dovrà restarsene in Russia o paesi amici, e andare in vacanza magari a Dubai.
Beni per 600 milioni. Nell’Oligarchistan smeraldino di Porto Cervo e dintorni, salvo un miracoloso ritorno della pace in Europa e un’improbabile revisione della lista nera degli oligarchi, anche nell’estate 2023 resteranno vuote ville extralusso, ferme nei box auto da sogno, bloccati yacht che non hanno fatto in tempo a prendere il largo. La Guardia di finanza di Sassari, che ha svolto le indagini patrimoniali ed eseguito i provvedimenti, calcola in circa 600 milioni di euro il valore dei beni congelati lungo la costa gallurese. Si tratta di un quarto del valore complessivo, ma ben l’80% in termini numerici, di tutte le proprietà russe bloccate in Italia nell’ultimo anno. Nove gli oligarchi interdetti dall’Unione Europea e perseguiti a Porto Cervo e dintorni. Venti i complessi immobiliari congelati e 60 gli immobili. Oltre a quattro società, 40 vetture di lusso e tre maxi yacht.
Ville vuote. Punta Capaccia, poco oltre l’hotel Romazzino e il vicino Pevero, è una delle zone più esclusive e ad alta intensità russa della Costa Smeralda. Se in punta, nell’ex villa Rocky Ram di Carlo De Benedetti, si erano installati Dmitry Mazepin e il figlio Nikita, pilota di Formula 1, i quattro complessi immobiliari che la precedono, a cominciare da villa Capaccia, sono il cuore dell’impero sardo di Usmanov, 69 anni, patrimonio personale di circa 15 miliardi di dollari, almeno sette ville in Gallura e proprietario del Dilbar, megayacht da 500 milioni di euro in genere dislocato per 6-8 mesi all’anno nel mare gallurese e ora congelato dalle autorità tedesche ad Amburgo. Con lui nella black list, dalla quale è stata poi rimossa in seguito ai ricorsi, anche la sorella Saodat Narzieva. Poco più a nord è congelata la straordinaria villa Walkirie, di Deripaska, mentre ad Arkady Rotenberg, amico stretto e compagno di judo di Putin, sono state bloccate due ville da 150 metri ciascuna nel complesso Le Pleiadi. Ancora più a nord, a Porto Rafael (Palau), la Guardia di finanza ha messo in freezer villa Maureena di Petr Aven. Il più ricco di tutti, Alexey Mordashov, patrimonio 21 miliardi di dollari, ha invece messo su casa nel comune di Olbia, a Portisco, dove la Finanza ha congelato la mega villa coperta dal prato accanto alla Spiaggia bianca, di fronte alla quale ormeggia il “Nord”, l’elegante megayacht lungo 145 metri da cui in estate fa la spola con l’elicottero.
Gestione al demanio. L’Oligarchistan gallurese da un anno è sotto il controllo del Demanio. I costi di gestione, molto elevati, sono a carico di un fondo speciale. Quando tutto sarà finito e sarà tornata la pace, gli oligarchi che saranno riammessi nell’Ue dovranno risarcire lo Stato delle spese di mantenimento delle proprietà. Compresi gli stipendi di quella parte del personale rimasto al lavoro.
Arriva un kazako. Davanti alle ville di Usmanov, mentre le prime bombe russe cadevano sulle città ucraine, un anno fa sono comparsi nastri gialli e azzurri con i colori dell’Ucraina. Una protesta muta per l’invasione, magari il segno della fine di una pagina nella storia della Costa Smeralda. O forse no. A Est la Costa Smeralda piace ancora eccome. Usmanov e altri magnati si sono rivolti ai tribunali europei per contestare le sanzioni. Rivogliono i loro beni, vogliono tornare. E altri cercano spazio. Come l’imprenditore kazako che ha recentemente conquistato cento ettari di terreno a breve distanza dallo stagno di Saloni. Per farci agricoltura, pare. Ma chissà.
Articolo di Antonello Sechi pubblicato da La Nuova Sardegna