Certamente il 2025 sarà un anno da ricordare. Le premesse ci sono tutte: siamo partiti portandoci dietro un fardello già bello pesante di problemi (il conflitto Russia-Ucraina, il conflitto Israele-Hamas, altri conflitti meno noti ma non per questo meno drammatici, un pianeta sempre più in sofferenza per i problemi climatici, migliaia e migliaia di persone che si muovono in cerca di una vita, forse, migliore da quella che lasciano, e così via), ma sono bastati tre avvenimenti per ricordarci, come sentenzia un vecchio detto romano, che “il peggio non è mai morto”.

In primis le mosse in politica estera ed economica del neo presidente americano Trump: in pochi giorni ha affossato le borse e destabilizzato il commercio mondiale con il tira e molla sui dazi. Poi la morte, quasi improvvisa, di Papa Francesco, e i funerali seguiti da tutto il mondo, che se da un lato hanno forse fatto giustizia di un papato spesso criticato con la straordinaria dimostrazione di affetto dei fedeli nei confronti di Bergoglio, dall’altro ha acceso un potente faro sul conclave che ne deciderà il successore. Da ultimo, il contrasto evidente dei risultati elettorali in Canada, Australia, Germania e Romania, dove, nei primi due casi gli schieramenti conservatori, dati per possibili vincenti, sono stati battuti dai democratici e liberali, mentre nei due Paesi europei si è assistito a un preoccupante incremento della ultra destra (Germania) e dei sovranisti (Romania).
La cosa che più mi ha colpito in questi giorni è stato l’uso quasi quotidiano nei media della frase “Nulla sarà più come prima”. Ho riflettuto molto su questa frase, e devo dire che l’ho trovata abbastanza banale. È una frase che, andando a ritroso nel tempo, avevo sentito spesso durante e dopo la pandemia. Ora, come allora, tutto è rimasto come prima.
A Gaza si continua a morire e il mondo, tutto, continua a guardare in silenzio senza riuscire a fermare Netanyahu fermamente determinato all’eliminazione totale del popolo e della nazione palestinese; Trump “intravede” delle difficoltà per una soluzione pacifica tra Russia e Ucraina, l’Europa continua a interpretare il ruolo di “fantasma” nello scacchiere internazionale mentre tutti si domandano se cambierà qualcosa nella Chiesa con l’elezione di un nuovo Papa conservatore, innovatore o un outsider.
Di sicuro, al momento, tutto è come prima. Purtroppo.