sei il sindaco di una località che da quindici anni ha un enorme problema, un disastro di quelli che cambiano la vita della comunità. Le istituzioni che ne sono responsabili latitano. Domanda: vuoi che un giornale sollevi il problema o preferisci che i giornalisti se ne dimentichino perché altrimenti “si danneggia l’immagine del paese”? Se il sindaco fossi io, vorrei non uno ma dieci-cento giornalisti. Vorrei che raccontassero tutti i giorni l’assurdità di cui la comunità è vittima impotente. E questo fino a quando il problema non venisse risolto.
Alla Maddalena, invece, il sindaco preferisce l’oblio. Intervistato per un servizio della Nuova Sardegna, ha giustificato chi ha la responsabilità di agire per risolvere il problema e non lo ha fatto, peraltro disponendo anche dei molti soldi necessari.
Nell’isola non hanno preso bene la difesa d’ufficio. Così, per cambiare argomento, il sindaco si è rifugiato nei social accusando il giornalista “cattivo” che l’ha intervistato di aver rivangato il problema a maggio per “dirottare i turisti da un’altra parte”.

Certi politici lo fanno: quando vengono messi alle strette da un servizio giornalistico, suggeriscono che dietro c’è un disegno. Può darsi che accada ma non è questo il caso. Anzi, posso dire che il più delle volte a spingere il cronista a occuparsi o rioccuparsi di un problema è semplicemente un fatto o una circostanza che fa emergere o riemergere una questione irrisolta.
Ricostruisco la vicenda dell’ultimo servizio sull’ex arsenale, ognuno potrà farsi un’idea.
In quel compendio lo stato italiano ha speso oltre 400 milioni di euro per realizzare le strutture che avrebbero dovuto ospitare il G8 del 2009. Oggi è un luogo fantasma che si degrada ogni giorno che passa. Dopo il G8, quelle strutture sarebbero dovute diventare un polo nautico e turistico di alto livello. Il vertice, come si sa, venne trasferito all’Aquila. Il polo nautico e turistico non è mai nato, prima bisogna bonificare i fondali dove elementi chimici pericolosi superano i limiti di legge. Lo ha accertato uno studio pagato dalla Regione Sardegna. Per fare le bonifiche c’erano i soldi necessari, ma non sono mai state fatte. La storia è stata raccontata altre volte, senza che sia cambiato niente.
A maggio del 2023, in una giornata di “sprafundu” – alla Maddalena chiamano così le sfuriate di maestrale – dal main conference del G8, il bellissimo padiglione costruito su progetto dell’archistar Stefano Boeri per ospitare gli incontri di Barack Obama & c., viene giù una valanga di cristallo, grandi pezzi del costosissimo rivestimento della struttura. Chi sente il fragore scatta foto che girano nelle chat whatsapp degli amici e alla fine arrivano al giornalista. Che fa i suoi accertamenti, ne dà conto sul giornale e va da inviato alla Maddalena per capire se è cambiato qualcosa. Anche perché la Regione, il cui presidente è il commissario di governo per le bonifiche dell’ex arsenale, mesi addietro ha aperto all’interno del complesso un ufficio che ha come scopo proprio l’avvio delle bonifiche.
Il giornalista fa il suo mestiere. Va sul posto, vede che cosa c’è, chiede alla gente che cosa sa e pensa della vicenda. E parla con gli amministratori, sentendo le due campane: un consigliere esperto dell’opposizione e il sindaco, appunto.
Con il sindaco, che si concede con qualche difficoltà, l’incontro avviene in municipio. Il dialogo è cordiale, il giornalista fa domande, lui risponde, anche se è evidente che si trova più a suo agio a parlare dei cimeli storici di cui ha corredato le pareti dell’ufficio. La prima domanda è se il sindaco crede ancora nel polo nautico e turistico. La risposta è sì, ci crede. La seconda domanda è sulle bonifiche, senza le quali qualunque progetto per l’ex arsenale non può decollare: perché il commissario straordinario – che ha bloccato e revocato l’operazione prima affidata al comune – non la fa ripartire? Risposta: il vecchio progetto non era più a norma, poi è arrivata la pandemia e tutto si è fermato, il commissario ha tante cose da fare, non ha potuto nominare un subcommissario operativo perché la legge non lo permetteva ma potrà farlo adesso grazie a una norma ad hoc inserita nella finanziaria nazionale. Non lo si può ritenere responsabile del ritardo. Dunque, il sindaco difende senza tentennare il presidente della Regione, accusato di inerzia da iniziative politiche di opposizione regionali e locali. Altra domanda: i soldi per la bonifica, i 50 milioni di euro finanziati a suo tempo, sono ancora disponibili? Il sindaco dice sì, va nell’ufficio a fianco e torna con due fogli che, spiega, riportano che una parte dei fondi è stata prorogata, anche se non è ben chiaro quali né quanti.
Per completezza, durante il colloquio si parla anche di quanto guadagna poco il sindaco della Maddalena a confronto con quello di Tempio, che ha più o meno le stesse dimensioni ma la qualifica di provincia. Si parla della sua professione, delle pareti del suo ufficio dedicate ciascuna a una fase della storia dell’arcipelago ecc. Questo per ribadire la cordialità dell’incontro. Nessun accenno, da parte del sindaco, al fatto che il giornale si occupi dell’arcipelago a maggio, del resto lo ha fatto anche nell’autunno e nei mesi precedenti. E nessun accenno al timore che parlare di bonifiche dei fondali dell’arsenale possa in qualche modo spaventare i turisti.
Il giorno seguente il giornale pubblica il servizio sull’arsenale dando conto delle risposte del sindaco e delle altre persone sentite dall’inviato. Il sindaco, forse, si rende conto che aver difeso dalle accuse di inerzia il commissario straordinario – “scagionandolo”, come semplifica in un sommario il titolista – non sia la cosa più popolare: un amministratore dovrebbe rappresentare la sua comunità più che la sua parte politica. Solo a questo punto, forse per giustificarsi, attacca sui social. Va aggiunto che non sente il bisogno di chiarirsi con il giornalista, con il quale ha sempre avuto, anche in precedenza, un dialogo cordiale.
Questi i fatti. Che dire? Intanto, nessuno vuole dirottare i turisti da un’altra parte. Dove poi? Improbabile, peraltro, che un articolo su un quotidiano locale abbia poteri di quel tipo. Si può dire anche un’altra cosa: se e quando l’ex arsenale diventerà quello che si spera, di turismo stabile e produttivo La Maddalena ne avrà sempre di più. Magari migliore di quello mordi e fuggi senza controllo che invade oggi il suo meraviglioso arcipelago. Per questo, forse è meglio che dell’ex arsenale si parli, e anche molto, anziché nasconderlo come polvere sotto il tappeto.