Miti e glorie del passato, vere e presunte, per illuminare un presente insoddisfacente e consolarsi convincendosi di abitare nell’ombelico del mondo. E’ una corrente che attraversa la Sardegna spesso ingenua e sincera ancorché poco informata, a volte meno innocente.
Un posto di prima fila in questo mondo se lo sono conquistato i Giganti di Mont’e Prama, le affascinanti statue in arenaria scoperte nella necropoli del Sinis e recuperate dagli archeologi. Studiosi che quando però pretendono di analizzare le grandi sculture e ciò che rappresentano secondo le regole della scienza rischiano di essere etichettati come “nemici”. Secondo certi “veri-sardi”, vorrebbero negare l’antica grandezza del popolo sardo. Dalla quale, si suppone, dovrebbe discendere quella attuale.
Il nemico di certi veri-sardi in questo caso è la Soprintendenza archeologica. La sua colpa sarebbe quella di non aver dato retta al volenteroso signore che, con un georadar, sostiene di aver individuato nel sito archeologico di Cabras una megalopoli. Addirittura una “nuova Pompei”.
Ad avviso dei veri-sardi, e di chi specula sul loro entusiasmo, andrebbe dato subito il via a una grande campagna di scavi per riportare alla luce questa meraviglia. I problemi scientifici, economici ecc. sono ritenuti irrilevanti, inventati per impedire ai sardi di riscoprire il loro glorioso passato.
E’ uno schema visto in altri casi di fantastoria e fantarcheologia. Ad esempio, la scrittura nuragica presunta misconosciuta, l’identificazione Sardegna-Atlantide, gli Shardana “conquistatori” dell’Egitto ecc. Oltre che argomento di distrazione di massa, c’è dell’altro. Come sempre in questi casi, c’è infatti il rischio che qualche furbacchione ci costruisca sopra business di vario genere magari con soldi pubblici sottratti alla ricerca scientifica e alla reale tutela e valorizzazione del patrimonio storico e archeologico.
Per documentarsi sulle statue un articolo interessante si può leggere sul sito web “Zhistorica”: I Giganti di Mont’e Prama: la megalopoli dei veleni di Diego Serra.
Buona lettura